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CANNES 2023 Concorso

Recensione: Anatomie d’une chute

di 

- CANNES 2023: Justine Triet firma un film multistrato, magistrale e pieno di suspense, che esamina una coppia e la normazione della sfera intima, interpretato dall'eccezionale Sandra Hüller

Recensione: Anatomie d’une chute
Samuel Theis, Sandra Hüller e Milo Machado Graner in Anatomie d’une chute

"Cosa vuole sapere?". La protagonista di Anatomie d’une chute [+leggi anche:
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intervista: Justine Triet
scheda film
]
di Justine Triet, presentato in concorso al 76° Festival di Cannes, non potrebbe porre domanda più appropriata nella scena iniziale del film, in risposta a una studentessa venuta per intervistarla nel suo chalet di famiglia sulle montagne francesi. In effetti, ne sapremo molto di più su di lei al termine della storia, ma forse – o sicuramente – non tutto, perché l’arte della regista francese sta proprio nel padroneggiare la trama sottile di una storia sbalorditiva in modo delicato, graduale, frugando meticolosamente, con stupefacente precisione, nei recessi più inaspettati, senza mai imporre il proprio punto di vista o la propria morale al pubblico.

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Sono visibili ampi schizzi di sangue in questo racconto, a cominciare da una morte violenta che potrebbe essere un suicidio o un omicidio e che è accompagnata da tutte le ipotesi, i sospetti e i dubbi associati a questo tipo di evento. Ma in realtà è tutto un altro tipo di proiezione che sostiene surrettiziamente questo film poliziesco e dramma giudiziario molto concreto, accattivante e altamente risonante: un'incursione dall'altra parte dello specchio, nella zona opaca dell'intimità di una coppia la cui intensità a volte può creare confusione all'esterno.

È uno shock brutale per Sandra (la straordinaria attrice tedesca Sandra Hüller) quando scopre col suo giovane figlio Daniel (Milo Machado Graner) il corpo del marito Samuel, caduto dalla soffitta dello chalet che era impegnato a ristrutturare, al suono assordante di una canzone rap di 50 Cent. Ma cosa è successo esattamente? La madre e il figlio di 11 anni (rimasto cieco da un incidente avvenuto sette anni prima) affrontano nel miglior modo possibile l'immensa ricaduta emotiva che ne consegue. Ma il dramma non si ferma qui: l'autopsia solleva alcuni seri interrogativi, in particolare il trauma cranico della vittima potenzialmente precedente alla sua caduta. Posta sotto esame, Sandra chiama in soccorso un amico avvocato (Swann Arlaud). Dagli interrogatori volti a ricostruire i fatti, le perizie su nuove e inquietanti scoperte, e le strategie difensive fino alla copertura mediatica del caso, il processo si avvicina. Rilasciata ma sotto stretta sorveglianza del tribunale, Sandra cerca di portare avanti la sua vita di madre, ma la sua vita di donna e moglie torna lentamente a galla...

Estremamente abile nel dosare le atmosfere, Justine Triet dipinge un quadro estremamente accurato che descrive la linea sfocata tra le teorie della manipolazione e la natura sinceramente complessa del caso. Garantendo la credibilità, l'accessibilità e la natura realistica del suo approccio sofisticato e unico, la regista (che ha scritto la straordinaria sceneggiatura con Arthur Harari) firma un'opera di altissimo livello, esplorando anche la linea sottile che separa il reale dall'immaginario (l'eroina è una scrittrice), così come lo sguardo degli altri, l'influenza delle immagini e il nostro istinto protettivo. Questi temi, insieme a molti altri, vengono esaminati e intrecciati in un film incantevole di una ricchezza prodigiosa, tanto sottile quanto potente.

Prodotto da Les Films Pelléas e da Les Films de Pierre, coprodotto da France 2 Cinéma e Auvergne-Rhône-Alpes Cinéma, Anatomie d’une chute è venduto da mk2 Films.

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(Tradotto dal francese)


Photogallery 21/05/2023: Cannes 2023 - Anatomy of a Fall

16 immagini disponibili. Scorri verso sinistra o destra per vederle tutte.

Justine Triet, Sandra Hüller, Jehnny Beth, Swann Arlaud, Arthur Harari, Milo Machado-Graner, Antoine Reinartz, Samuel Theis, Jehnny Beth
© 2023 Fabrizio de Gennaro for Cineuropa - fadege.it, @fadege.it

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