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CANNES 2023 Cannes Première

Recensione: Cerrar los ojos

di 

- CANNES 2023: Il grande autore spagnolo Víctor Erice torna in scena, mettendo a nudo il suo amore assoluto per il cinema più o meno in ogni fotogramma

Recensione: Cerrar los ojos
Manolo Solo (a sinistra) e José Coronado in Cerrar los ojos

Gli anni trascorsi da quando Víctor Erice ha terminato il suo lungometraggio precedente sono 31 (se il film in questione è il documentario Il sole della mela cotogna del 1992) o forse 41 (El Sur, 1982), se si contano i lungometraggi di finzione. L'anteprima mondiale di Cerrar los ojos [+leggi anche:
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di lunedì sera al Teatro Debussy, che fa parte della sezione Première di Cannes 2023, era quindi gremita, sia di aspettative che di spettatori. Tra i presenti c'erano anche colleghi internazionali del super-autore spagnolo ottantaduenne, come Amat Escalante, Gilles Marchand, Nicolas Saada e Hirokazo Kore-Eda, che si sono assicurati un posto per questa singolare esperienza (superando persino Scorsese in questa occasione?). Era assente, invece, lo stesso Erice. Nervosismo da prima serata? Vedere la propria prole volare nel mondo può essere difficile, per di più con decenni di preparazione.

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Infatti, la scena d'apertura risale al 1947, da qualche parte fuori Parigi, dove un uomo corpulento, vestito di seta e con un copricapo arabo (un meraviglioso Josep Maria Pou in stile Sydney Greenstreet) riposa nel suo castello tarlato, accudito da un servitore cinese dalla faccia di pietra. Appare un raro visitatore, chiamato per recarsi a Shanghai e riportare a casa la figlia del recluso in tunica - uno scenario propriamente chandleriano, direttamente da un film della Warner Bros del 1940. Si scopre che questo filmato è in realtà un film nel film, La mirada del adiós, girato intorno al 1990 e interrotto a causa della misteriosa scomparsa dell'attore principale, Julio Arenas (José Coronado), mai più rivisto da allora - il che ha fatto sì che il regista del film e migliore amico di Julio, Miguel Garay (Manolo Solo, che interpreta un probabile alter ego di Erice), si allontanasse dalla regia e conducesse un'esistenza solitaria nei decenni successivi.

Nel 2012, anno in cui si svolge la storia principale, questi vecchi filmati sono stati recuperati per un programma televisivo su casi irrisolti, incentrato su Julio, a cui partecipa un Miguel inizialmente riluttante (il compenso aiuta). Inizia un viaggio nel passato, con una discreta quantità di riunioni: Miguel ritrova la figlia di Julio, Ana (Ana Torrent, che torna a Erice dopo la sua interpretazione memorabile a cinque anni nel film Lo spirito dell'alveare del 1973); cerca la sua vecchia fiamma argentina, e anche quella di Julio, Lola (Soledad Villamil); e poi c'è il suo fidato amico cinefilo Max (Mario Pardo), che sa tutto quello che c'è da sapere sui vecchi film, sulle macchine da proiezione, sui manifesti di Nicholas Ray e sui miracoli di Carl Th Dreyer.

Ancora una volta, i vecchi filmati svolgono un ruolo cruciale, forse addirittura provocando un miracolo di Dreyer, colpendo e facendo risorgere molte delle persone coinvolte, non ultimo lo stesso Víctor Erice. Il suo amore assoluto per il cinema (totalmente ricambiato dal pubblico della prima) è presente più o meno in ogni fotogramma dei 169 minuti di durata, probabilmente abbreviabili, per i quali il signor Erice viene perdonato completamente. Dopo tutto questo tempo, merita certamente di avere la possibilità di rilassarsi un po'.

Cerrar los ojos è una produzione delle spagnole Tandem Films, Nautilus Films, Pecado Films e La mirada del adios AIE, e dell’argentina Pampa Films. Le sue vendite internazionali sono gestite da Film Factory Entertainment.

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(Tradotto dall'inglese da Alessandro Luchetti)

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